Premi Oscar 2012

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Eccoci giunti al momento “clou” della stagione, i Premi Oscar. Certo, l’Academy in passato ha compiuto oscenità atroci (fra i non premiati spiccano nomi del calibro di Stanley Kubrick, Alfred Hitchcock e Tim Burton, solo per dirne 3), ed indubbiamente esistono altri premi significativi (Palma, Leone ed Orso D’Oro su tutti). Eppure è indubbio: l’ambita statuetta è il riconoscimento di maggior impatto mediatico, e vincerne una significa segnare un punto fondamentale per la propria carriera. Ecco dunque il mio personalissimo commento (relativo alle 8 categorie principali) sulla cerimonia svoltasi due giorni or sono in quel di Hollywood.

LEGENDA

GRASSETTO: Vincitore.

SOTTOLINEATO: Vincitore nella mia modestissima opinione.

ROSSO: Nome che avrei selezionato per la cinquina.

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE

Alexander Payne, Nat Faxon e Jim Rash (Paradiso Amaro)

John Logan (Hugo Cabret)

George Clooney, Grant Heslov e Beau Willimon (Le Idi Di Marzo)

Steven Zaillian, Aaron Sorkin e Stan Chervin (L’Arte Di Vincere)

Bridget O’Connor e Peter Straughan (La Talpa)

Si parte con quello che è stato, indubbiamente, il premio più ciofeca della serata. Da queste parti mi sono espresso con grande favore nei confronti del vincitore; eppure la forza di The Descendants non è la scrittura, quanto la delicata regia di Payne. Al contrario, nella mia recensione de L’Arte Di Vincere, ho evidenziato come il punto forte della pellicola fosse proprio la sceneggiatura di ferro (la coppia Zaillian/Sorkin ha già una statuetta a casa, e non l’ha ottenuta per caso). La nomina di Hugo Cabret in questa categoria è scandalosa, e anche quella de La Talpa rasenta lo schifo (il film è estremamente caotico a livello di trama narrativa).

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE

Woody Allen (Midnight In Paris)

Michel Hazanavicius (The Artist)

Annie Mumolo e Kristen Wiig (Le Amiche Della Sposa)

J.C. Chandor (Margin Call)

Asghar Farhadi (Una Separazione)

Forse farei meglio a non esprimere un parere, avendo visto solo Midnight In Paris e The Artist, ma la quarta statuetta di Woody mi ha regalato un momento di pura gioia, e visto che Basta Che Funzioni era stato snobbato agli Oscar 2010 questo mi sembra un giusto e meritato risarcimento.

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA

Bérénice Bejo (The Artist)

Jessica Chastain (The Help)

Melissa McCarthy (Le Amiche Della Sposa)

Janet McTeer (Albert Nobbs)

Octavia Spencer (The Help)

Non c’è troppo dispiacere per la vittoria della Spencer (qui ho parlato della sua performance), ma speravo nell’improbabile ribaltone di fronte della McTeer; la sua prova in Albert Nobbs è la miglior cosa di una pellicola che, nonostante tutti i difetti, avrei voluto veder premiata in una delle Major. Ci sono almeno altre 5 prove che avrei preso in considerazione nella categoria: Marion Cotillard (Midnight In Paris), Kate Winslet (Carnage), Shailene Woodley (Paradiso Amaro), Cate Blanchett (Hanna), Mia Wasikowska (Albert Nobbs).

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA

Kenneth Branagh (My Week With Marilyn)

Jonah Hill (L’Arte Di Vincere)

Nick Nolte (Warrior)

Christopher Plummer (Beginners)

Max Von Sydow (Molto Forte, Incredibilmente Vicino)

Sospendo il giudizio: ho visto solo Nolte e Hill, e il secondo non era manco da nomina per me. Fra i nomi che avrei preso in considerazione ci sono Viggo Mortensen (A Dangerous Method), Tom Hardy (La Talpa) e Armie Hammer (J. Edgar); anche Brad Pitt per The Tree Of Life sarebbe potuto rientrare nella cinquina.

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA

Glenn Close (Albert Nobbs)

Viola Davis (The Help)

Rooney Mara (Millenium – Uomini Che Odiano Le Donne)

Meryl Streep (The Iron Lady)

Michelle Williams (My Week With Marilyn)

Meryl ha vinto: quanto godo da 1 a 10 secondo voi? Terza statuetta su 17 nomine per la signora Streep (che si piazza a parimerito con Jack Nicholson, Ingrid Bergman e Walter Brennan per numero di vittorie); dispiace per Glenn Close, un’altra delle grandissime escluse dell’Academy, mentre non dispiace affatto per Viola Davis, a cui io non avrei dato manco la nomination (la sua vittoria avrebbe avuto un retrogusto di “contentino” per il mancato successo nel 2009, quando venne nominata per Il Dubbio come Non Protagonista). Perchè invece non nominare la bravissima Saoirse Ronan per la favola pop-urban Hanna? E Bérénice Bejo andava nominata in questa categoria per The Artist, non in quella di supporto.

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA

Demián Bichir (A Better Life)

George Clooney (Paradiso Amaro)

Jean Dujardin (The Artist)

Gary Oldman (La Talpa)

Brad Pitt (L’Arte Di Vincere)

La vittoria del Francese è meritata e condivisibile. Fra l’altro questa era una cinquina di tutto rispetto (anche se non ho visto la prova di Bichir), eppure anche qui ci sono altri nomi che avrei preso in considerazione; Tom Hardy (Warrior), Rhys Ifans (Anonymous. Sì, è un film di Roland Emmerich, eppure è ben congegnato e recitato; vedere per credere), Sean Penn (This Must Be The Place, film osceno dove però Penn si comporta decisamente bene).

MIGLIOR REGIA

Michel Hazanavicius (The Artist)

Alexander Payne (Paradiso Amaro)

Martin Scorsese (Hugo Cabret)

Woody Allen (Midnight In Paris)

Terrence Malick (The Tree Of Life)

La vittoria di Hazanavicius va decisamente meno di traverso di quella dell’anno scorso (Tom Hooper per Il Discorso Del Re batte Aronofsky e i Coen; Nolan e Sofia Coppola non vengono manco nominati), ma l’intenso sguardo di Payne meritava (finalmente) un giusto riconoscimento; comunque Michel è “responsabile” della scena Cult dell’anno, di cui ho parlato nella recensione di The Artist, quindi tanto di cappello. Fra i registi che avrei nominato annovero Joe Wright (Hanna) e Bennett Miller (L’Arte Di Vincere).

MIGLIOR FILM

The Artist

Paradiso Amaro

Molto Forte, Incredibilmente Vicino

The Help

Hugo Cabret

Midnight In Paris

L’Arte Di Vincere

The Tree Of Life

War Horse

Avendo visto 7 dei 9 candidati credo di essermi fatto un’idea precisa, un’idea che voleva vincitore uno dei tre film sottolineati, e che invece è stata delusa nelle sue aspettative; nuovamente, rispetto ai trionfi di The Millionaire, The Hurt Locker e Il Discorso Del Re, la vittoria di The Artist è decisamente più sopportabile, dal momento che lo si può definire come il mio personale outsider. Anche qui la presenza di Hugo Cabret crea in me un notevole disgusto. Fra le pellicole che avrei preso in considerazione vi sono Hanna, Warrior e Anonymous.

Questo è tutto: alla prossima edizione!

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14 commenti

  1. frensis91

     /  febbraio 28, 2012

    Non posso che stimarti per la precisione e l’affidabilità dei tuoi giudizi, anche se non li condivido proprio tutti tutti. C’è da dire che io sono fermo a molti meno film visti, quindi il mio giudizio è relativo. BRAVO!

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    • Grazie, grazie, troppo buono 😀

      Rispondi
      • frensis91

         /  febbraio 28, 2012

        No no, davvero. Io ci provo alle volte, ma riesco a scrivere recensioni così. Io riesco solo a fare brevi commenti… Ma magari leggendo le tue, prima o poi miglioro! XD

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  2. Ovviamente condiviso il godimento indescrivibile nella vittoria di Meryl.
    Non avevo pensato alla nomination per la Winslet in Carnage, altra bella prova, insieme a quella di Christoph Waltz.
    Comunque tutto sommato possiamo non lamentarci direi!

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    • Per qualcosina mi posso lamentare, ma molto meno rispetto ai tre anni passati 😉

      Poi ora Jack e Meryl sono a 6 complessivi e 29 nomine… Scusate se è poco 😀

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  3. Franci

     /  febbraio 28, 2012

    Quattro ore ma il risultato è ottimo direi!!
    La premessa al tuo commento sul fascino degli oscar e la loro relatività è certamente giusta ed oculata.. malgrado dissenta in toto sulla tu astronzatura di This must be the place, per me film bellissimo.. scandalosamente ancora non uscito negli usa..
    Come già anticipato, d’accordo con te su sceneggiatura originale e non, Minnye superstar ( di albert nobbs nn riesco a salvare proprio nulla, noia noia noia), Beginners decisamente da vedere anche per me a questo punto, Meryl Streep sulla fiducia malgrado il vestito del red carpet effetto Ferrero Rocher davvero male male di Lanvin , mio best actor indiscusso George Mito Clooney, interpretazione stupenda, non pecca in niente.. e, diversamente dal vincitore, capace di trasmettere emozioni vere e varie.. fa riflettere, commuovere, ridere ( scena del bacio alla moglie tradita dell’amante)e sorridere (lui che corre in infradito) come nessun altro.. come a dire che non per forza la forza sta solo nella mimica, nell’interpretazione dell’attore.. george combina parole e sentimenti a meraviglia, senza frastuoni o frasi roboanti.
    best film sicuramente the artist. é un sogno.. come già detto anche nel relativo post.. miglior regia condivido con te la preferenza per paradiso amaro…

    .. se interessa giudizio tecnico su fitting del red carpet stamani mi sono fatta una cultura assai discreta!! ahahah
    😉

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    • Perdona la mia ignoranza: Fitting sta per…?

      Comunque io sulla sceneggiatura non originale non concordo sul vincitore, eh! Avrei fatto vincere “L’Arte Di Vincere”. Poi la Spencer è molto brava, diciamo che non sono scontentissimo del suo Premio, ma ora come ora la mia classifica finale sarebbe.

      1 – Janet McTeer (Albert Nobbs)
      2 – Cate Blanchett (Hanna)
      3 – Octavia Spencer (The Help)
      4 – Kate Winslet (Carnage)
      5 – Jessica Chastain (The Help)
      6 – Shailene Woodley (Paradiso Amaro)
      7 – Marion Cotillard (Midnight In Paris)
      8 – Mia Wasikowska (Albert Nobbs)

      Quindi avrei nominato le prime 5, dove la Spencer è al posto #3 (diciamo non male, quindi) 😀

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  4. Franci

     /  febbraio 28, 2012

    davvero degna di nota la tua menzione della Winslet! hai ragionissima! bella interpretazione! ci stava tutta almeno una nomination.. cioè.. Marion Cotillard in midnight in paris sì e lei in Carnage no?? maddaiii!!! Unica cosa veramente eccellente della prima era l’outfit Chanel da urlo (o fitting.. cioè… abbigliamento!ah, sei proprio un uomo non ancora rovinato dall’universo femminile Guido!)..

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  5. Ciao a tutti!
    Sono parecchio d’accordo su tutte le nomination aggiuntive che hai proposto, a parte riguardo i film che non ho visto su cui ovviamente non mi posso esprimere, escluso Brad Pitt perché i personaggi di Tree of Life sono praticamente inesistenti, come la sceneggiatura e molte altre cose. Volevo solo precisare, avendo incontrato per caso il produttore l’altra sera che l’ha confermato, che This Must Be the Place non essendo ancora uscito in America, come già qualcuno ha detto, non ha potuto partecipare agli Oscar di quest’anno: per partecipare avrebbero dovuto fare un’uscita limitata negli Usa, ma non ne sarebbe valsa comunque la pena perché i concorrenti erano fortissimi e tutti solo l’ala dei fratelli Weinstein, la stessa dove sarebbe stata anche Sorrentino… Quindi il prossimo anno Miglior film straniero non glielo toglie nessuno, tranquilli!!

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  6. Ho letto il tuo articolo (come sempre complimenti per la forma e la chiarezza :D). Purtroppo non riesco ad essere d’accordo.

    La “storia” del viaggio di Penn alla ricerca del vero io, con maturazione consapevole nel finale, è un soggetto debolissimo che Sorrentino ha sfruttato per giocare con la cinepresa in maniera irritante, attraverso carrellate lunghissime e lente che accompagnano scene inutili (era così necessario far sentire tutta la canzone di Byrne? E la parte con l’Indiano in macchina? E il monologo finale del tedesco, dove la stessa carrellata riparte per tre volte a sottolineare i “punti” del discorso?). La noia si doveva percepire solo nella prima parte, quando essa è la sensazione che si vuole trasmettere, non nella sezione “Road-Movie”. Le Conseguenze hanno uno schema di certosina perfezione; la banalità e la monotonia di una vita da vigliacco (servo della mafia, assente costante a casa, incapace di tirare avanti senza la droga) si convertono in un’adrenalinica esplosione di coraggio, scatenata da un sentimento tanto semplice quanto assurdo da immaginare per Titta, cioè l’amore. La sua ribellione alla mafia ed alla sua monotona esistenza è totale; piuttosto che tornare alla sua vecchia vita si fa uccidere (o ancora si può pensare, in maniera meno eroica, che la morte di Titta sia causata dal fatto che un uomo del genere, già morto dentro, non è fatto per amare, e il tentativo fatto in tale direzione viene come punito dal “Dio” del film con la morte, stavolta fisica). In conclusione, This Must Be The Place è pretestuoso e lento, senza che questa lentezza sia davvero genuina (come avviene nel sottovalutatissimo Somewhere di Sofia Coppola, suo capolavoro nella mia modestissima opinione), mentre Le Conseguenze Dell’Amore è uno dei film emotivamente più potenti e stilisticamente meglio diretti del decennio trascorso.

    Come capirai non concordiamo, ma il bello del Cinema è proprio questo 😉

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  7. Sì, concordo sul fatto che ci siano delle parti un po’ inutili con David Byrne, ma calcola che a me quella colonna sonora non è proprio piaciuta… ma a parte questo credo che le due interpretazioni, di Servillo e Sean Penn non siano proprio paragonabili: Servillo fa la stessa faccia in dieci film su dieci 😀 E’ sempre uguale… Certamente Le conseguenze è molto più studiato a livello di regia ma ti assicuro che di genuino c’è davvero poco in esso e ne ho esperienza: è un film fatto esclusivamente per farsi notare dai festival e infatti così è stato. La regia che piace ai giurati dei festival è proprio quella delle Conseguenze: e anche questa aura di sospensione che è costante la troverai in tutti i cortometraggi vincenti, è un gusto esclusivamente festivaliero e volutamente intellettuale e mi dispiace anche un po’ dirlo così… Ok che bisogna distanziarsi dalla tv ma c’è modo e modo e anche Sorrentino lo sa sicuramente quanto poco di genuino e spontaneo ci sia in quel film… Non bisogna farsi ingannare dalla popolarità di un film per criticarlo: non è detto che quello che piace di più alle persone sia pessimo e, viceversa, quello che piace di meno sia buono… This must be è un film che respira di più, paradossalmente meno presuntuoso dell’altro, nonostante la regia di Sorrentino sia sempre un po’ pesante e troppo presente come al solito. Non è un semplice viaggio interiore quello di This must be, come banalmente si potrebbe intendere: è un film più sincero perché si spiega come ci sia un malessere dietro certi comportamenti e li si ridicolizza giustamente invece di esaltarli e innalzarli a sublimi come nel Le conseguenze: dopo tutto anche quella di Titta è una maschera, anche se meno divertente, lo dice anche lui nel film. Secondo me sono due film estremamente simili, dopo tutto.
    Un saluto!
    Emerald

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  8. ps. grazie comunque per i complimenti!

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