Ed ecco il momento più importante, la conclusione del Classificone Stagionale: superati gli olezzi laidi del “Fondo Del Barile” e le mediocrità della “Panca“, rifancendoci gli occhi a partire dalle prime 17 posizioni della Top20 (“Parte Bassa” e “Parte Alta“), siamo infine arrivati alla creme della creme Stagionale: il Podio Cinematografico del 2014/2015, i 3 titoli che si sono meritati la vetta più elevata della mia personale Classifica, conquistandosi rispettivamente il bronzo, l’argento e l’oro del Cinemalato! Come sempre vi invito a leggere le recensioni, che potrete leggere semplicemente cliccando sul titolo della pellicola.
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3) Youth – La Giovinezza, di Paolo Sorrentino (2015)
Dopo l’improbabile This Must Be The Place, Paolo Sorrentino si è fortunatamente ripreso alla grande: La Grande Bellezza era poesia del complesso (risultando talvolta criptica), là dove questo Youth – La Giovinezza si fa poesia del semplice (riuscendo tuttavia ad evitare il sempre fastidioso didascalismo di certe produzioni a stelle e strisce). Complice un cast stellare, perfettamente selezionato, e la solita elegante regia del nostro autore di punta al giorno d’oggi, questa vicenda fatta di emozioni e vite che tramontano nell’inedia (non solo un tramonto biologico, ma talvolta anche mentale – si veda il personaggio di Paul Dano) coinvolge e fa pensare. Al futuro, al passato, ma soprattutto al presente: da vivere nella semplicità di una vita straordinaria, che non è mai scontata o avvilente – persino nelle difficoltà o nei momenti più oscuri (morte compresa).
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2) Mad Max – Fury Road, di George Miller (2015)
Che il sottoscritto non ami il cinema d’Azione non è certo un mistero (basti pensare che non mi sono ancora degnato di recuperare alcun film della saga di James Bond, eccezion fatta per Skyfall). Mad Max – Fury Road, tuttavia, è tutto ciò che il genere non è più da tempo, e che dovrebbe invece sempre essere: puro spettacolo di libido e adrenalina pompanti nelle vene, realizzato seguendo creatività e fantasia degne di un Meliès (che forse non a caso condivide il proprio nome con quello di George Miller), e senza dimenticare che in ogni film che si rispetti ci deve essere una trama dotata di una minima logica ed intelligenza. Il quarto capitolo della saga del furioso Max (anche se chiamarla saga è abbastanza esagerato, visto il grande/totale scollegamento dei 4 episodi l’uno rispetto all’altro) supera di gran lunga gli originali, regalando a molti sboroncelli hollywodiani (Michael Bay e “figli”) una lezione di Cinema da guardare e riguardare ad infinitum.
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1) Interstellar, di Christopher Nolan (2014)
Sapevo che Christopher non poteva farmi questo. Lo sapevo che non poteva deludermi per la seconda volta consecutiva dopo il blandissimo (ad essere generosi) Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno. Eppure non ho potuto non tremare al momento di entrare in sala per la visione di Interstellar: ma subito, il tremito di paura e tensione è stato sostituito dai brividi di emozione che l’opera #9 di Christopher “Dio” Nolan ha saputo farmi vivere. La solita sceneggiatura centellinata alla perfezione (fatta eccezione, forse, per gli ultimi 5-10 minuti un po’ “americani), la solita spettacolare regia da sapiente manovale di blockbuster, stavolta si è andata ad unire ad una tematica meno cervellotica e più emotiva, che la penna dello sceneggiatore ha saputo condensare nella perfetta parafrasi fantascientifica della dantesca L’Amor che move il sole e l’altre stelle. E se il Poeta medievale intendeva Dio con la parola “Amor”, Nolan porta invece il termine in piena epoca umanistica, nello spettacolare e quasi impossibile viaggio di un padre e di una figlia attraverso tempo, spazio, vita e morte. Ricordandoci, una volta di più, di quanto Dark Kinght Rises sia stato un inciampo isolato, e di chi sia il vero “Dio” in questo meraviglioso Interstellar.